Ma se voi decideste di scrivere un romanzo giallo affibbiereste al vostro commissario il nome di Arcadipane? E lo fareste accompagnare da una cane con sole tre zampe? E, ancora, se avesse un vizio, gli fareste mangiare in maniera compulsiva caramelle sucai?
Come sono lontani i tempi di Simenon che per scegliere i nomi dei protagonisti dei suoi romanzi si affidava all’ elenco telefonico per individuare quelli più normali, semplici, ordinari e se doveva disegnarli con qualche vizio metteva loro una pipa in bocca o un appetito pantagruelico.
E invece il giovane Davide Longo, torinese di 50 anni nato a Carmagnola, sceglie la strada del paradosso, quasi dell’ assurdo, per narrare la nuova indagine del commissario Arcadipane. Eppure dall’ apparenza di un semplice caso di pestaggio di una donna fuori dalla stazione della metropolitana di Torino (con il presunto colpevole subito rintracciato), si dipana una trama che ci porta dall’ isola pedonale della Crocetta fino alla malga in una sperduta valle cuneese. Arcadipane ha 55 anni, un matrimonio fallito alle spalle e un futuro che non promette granchè: non ha il fascino di Rocco Schiavone nè di Montalbano, però non puoi non seguire i suoi sforzi, i suoi fallimenti, la sua fatica di vivere. Forse perchè – come scrive Alessandro Baricco nella presentazione – “sono l’ invenzione del poliziesco piemontardo che Davide Longo scrive da Dio… E la cosa che mi secca è che le storie di Arcadipane non le ho scritte io”.
DAVIDE LONGO
UNA RABBIA SEMPLICE
EINAUDI
18 euro
A SCUOLA FINO A LUGLIO? Next Post:
SIAMO MESSI COME UN ANNO FA