03Era il 1875, Torino aveva perso da una decina di anni il ruolo di Capitale del nuovo Stato italiano e cercava un modo per sopravvivere, ma soprattutto per riacquistare centralità e tornare ad essere punto di riferimento. La scelta della comunità politica fu quella di puntare sull’industria, concedendo terreni a prezzo politico e agevolazioni fiscali. Molti industriali, anche stranieri, si fecero avanti, attratti anche dalla disponibilità di manodopera specializzata e a basso costo.
Abegg, Remmert, Leumann, sono solo alcuni dei molti nomi che impiantarono le loro aziende sul territorio cittadino, alcuni di loro furono industriali particolarmente illuminati, come Isaac e il figlio Napoleone Leumann (pronuncia Lòiman)di origine elvetica. Decisero di istallare un nuovo sito produttivo a Collegno, alle porte di Torino, su un terreno di circa 60.000 metri quadri. I Leumann erano già proprietari di uno stabilimento che lavorava il lino a Voghera, mentre lo stabilimento di Collegno avrebbe prodotto tessuti di cotone.
Alcune caratteristiche del sito lo fecero preferire ad altri: i canali irrigui della bealera di Grugliasco oltre alla vicinanza della nuova e moderna ferrovia che, costeggiando corso Francia, consentiva un collegamento rapido con Torino ma anche con la Val di Susa e la Francia, attraverso l’innovativo traforo del Frejus.
Ma l’idea veramente nuova fu che Napoleone Leumann non si accontentò di costruire uno stabilimento con annesso un nucleo residenziale, ma fondò un vero e proprio villaggio dove lavoro, famiglia, tempo libero, istituzioni sociali e previdenziali, erano strettamente connessi fra loro. L’organizzazione urbanistica, l’architettura degli edifici, le istituzioni sociali e i servizi assistenziali in esso creato, facevano del Villaggio Leumann un nucleo che poneva al centro dei suoi obiettivi una migliore qualità della vita di operai e impiegati, sia in ambito lavorativo che nella vita privata. I risultati di questa filosofia industriale non tardarono ad arrivare, infatti il cotonificio Leumann divenne, in breve tempo, un fiore all’occhiello dell’industria torinese, soprattutto per l’altissima qualità del prodotto. Nello stesso periodo sorsero villaggi simili in Lombardia e in Veneto, ma il Villaggio Leumann è di sicuro il più esteso, completo e meglio conservato, tanto da essere ancora oggi un’interessante testimonianza di carattere storico, culturale e architettonico.
Il villaggio fu realizzato tra il 1875 e il 1907 dall’ingegner Pietro Fenoglio, maestro del Liberty, con due complessi residenziali a latere dello stabilimento. In origine ospitava circa un migliaio di persone tra operai, impiegati e relative famiglie. Comprendeva 59 villini e case per un totale di 120 appartamenti, ciascuno dotato di servizi igienici interni fin dalla costruzione e un giardino comune.
Attorno alle abitazioni vennero realizzati anche gli edifici necessari alla quotidianità della piccola comunità: la scuola elementare, la palestra, i bagni pubblici, una cooperativa alimentare, un albergo, il convitto per le giovani operaie e, nonostante Napoleone Leumann fosse di religione calvinista, una piccola chiesa dedicata a Santa Elisabetta, in nome della madre dell’industriale. Qui Fenoglio, massimo esponente del Liberty, introdusse molti elementi stilistici che fanno della costruzione un esempio di eclettismo.
Inoltre, all’interno dello stabilimento, erano presenti la mensa ma anche un ambulatorio, l’asilo nido, l’ufficio postale e il circolo sportivo. Insomma una vera eccellenza nell’ambito industriale. Purtroppo, agli inizi degli anni settanta, la crisi del settore tessile e una poco oculata gestione degli eredi, portò alla progressiva chiusura del Cotonificio Leumann. L’ombra della speculazione edilizia si stava allungando anche sul villaggio, ma una preventiva e consapevole operazione di mantenimento permise di conservarlo pressoché intatto. La proprietà degli immobili passò al Comune di Collegno che ne garantì la salvaguardia.
Il Villaggio Leumann è tutt’ora abitato da alcuni ex dipendenti del Cotonificio, un centinaio di famiglie, e un recente restauro, ha portato agli antichi splendori le strutture più caratteristiche come la scuola elementare e la Stazionetta. Di recente è stato elevato a Ecomuseo sulla Cultura Materiale della Provincia di Torino: è Centro di Documentazione e al suo interno si svolgono mostre e rappresentazioni teatrali, può essere visitato dalle scolaresche e da turisti come villaggio operaio conservato integralmente.
Patrizia Durante
Per info:
Associazione Amici della Scuola Leumann
Corso Francia, 345 Collegno (TO)
Tel. 0114159543
Fax 0114059511
e-mail info@villaggioleumann.it
VINO E BENZINA, L’ INGANNO DELLE ETICHETTE Next Post:
AI CACCIATORI DI CARTOSIO, UNA CUCINA SOLO A LEGNA
Complimenti per l’ottimo ed interessante articolo.
grazie carlo
grazie carlo. a presto