Riale è una frazione del comune di Formazza, a 1750 metri di altitudine: una ventina di case, due chiese, la strada finisce lì. Al di là delle montagne e della Diga di Morasco c’è la Svizzera.
Eppure vale davvero la pena arrivare fin lì, dopo aver superato le cascate del Toce, per assaporare la cucina di Matteo Sormani e l’ospitalità della sorella Francesca. I due infatti hanno dato vita, 20 anni fa, alla Walser Schtuba, un piccolo, accogliente hotel (7 camere) con un ristorante davvero sorprendente. Cucina tradizionale dei walser, quelle popolazioni che secoli addietro arrivarono e si stabilirono in questa fetta del nord Piemonte: una cucina però rivisitata con i gusti dei nostri giorni.
Vogliamo parlare della Pasta Walser (ditalini con verza e formaggio) oppure della Polenta Pasticciata, della Zuppa di Patate con uovo poscè, del maialino o dei dolci (insuperabile la crema di patate e topinambur e rabarbaro). Matteo Sormani usa solo e unicamente prodotti delle sue montagne, a cominciare dal Bettelmann un formaggio pieno di profumi e di sapori: addentandolo ritrovi il gusto di quelle montagne, di quei pascoli dove ovunque ti giri c’è acqua, sorgenti, torrenti, ruscelli. E le vacche pascolano libere, brucando e ruminando erba grassa, nutriente. E’ evidente che il latte prodotto riporti tutto quel ben di Dio nel piatto.
“Con questa materia prima, metà dell’ opera è già bell’e che compiuta” dice sorridendo Matteo Sormani. Ma non è soltanto così. Lui ci aggiunge tocchi d’esperta maestria, da vero chef. Non abbiamo dubbi che se la Walser Schtuba fosse in un grande città avrebbe già guadagnato una Stella Michelin. Ma va bene così, i fratelli Sormani devono restare a Riale perché salendo fin lassù – seduti a tavola – godremo di un panorama divino e di una cucina assolutamente …. all’ altezza. .
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