La Fiera del Bue Grasso di Carrù come risposta alla carne sintetica e al via libera degli Stati Uniti alla ricerca per la produzione di carne in laboratorio, da cellule animali. Nei mesi di dicembre, gennaio e febbraio questa cittadina del Cuneese viene letteralmente invasa da capi di bestiame di eccezionale valore e bellezza, da allevatori, macellai, gastronomi, curiosi, appassionati ghiotti della carne di Fassone Piemontese nei classici piatti della battuta al coltello e dei bolliti serviti in tutti i ristoranti. Nei week end è davvero difficile trovare un posto per mangiare e assaporare questi piatti della nostra tradizione culinaria.
Padrone di casa il Consorzio Coalvi che raccoglie gli allevatori e i macellai specializzati nella carne di Fassone Piemontese. “Abbiamo una tradizione millenaria e non ci sarà laboratorio o carne sintetica che possano scalzare il lavoro e la cura che migliaia di famiglie dedicano a questi animali” dice il presidente Guido Groppo. E l’ agronomo Luca Varetto ricorda che “anche il bue grasso, seppur con moderazione, può essere mangiato, una volta ogni tanto, anche perchè questa carne è ricca di grassi buoni, quelli che non fanno salire troppo il colesterolo”.
Nel giovedì di dicembre della Festa del Bue Grasso di Carrù allo stand della Pro Loco ci sono code interminabili dalle prime ore del mattino e fino a notte fonda. C’è chi assapora i bolliti intinti nelle varie salse già alle 8 del mattino: a sera si conteranno oltre 2mila persone che hanno consumato il menù completo.
Ristoranti come il Vascello d’ Oro e Al Bue Grasso fanno il tutto esaurito per settimane intere. Sette i tagli del bollito alla piemontese: capocollo, stinco, scaramella, scamone, testina, lingua, cotechino. Sempre serviti con un’ infinità di salse anche se a Carrù va per la maggiore il bagnet verde.
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