Animali adatti a vivere allo stato brado: alti e non troppo allungati nel corpo, con buoni arti e capaci di spostarsi su lunghi percorsi. Hanno la cotenna nera, talvolta rossiccia, o anche rossa maculata in nero. Sono i Suini Neri delle Alpi. A Castelnuovo don Bosco, a cavallo fra le province di Asti e di Torino, c’è un allevamento denominato opportunamente Allevaperto. “Abbiamo 150 suini neri – dice Federico Crepaldi, insieme al fratello titolare dell’ azienda – animali frugali che trasformano molto bene gli alimenti, hanno un accrescimento lento e questo va a beneficio della loro carne. Bestie rustiche che si adattano a vivere sempre all’ aperto con il loro strato di grasso che poi ritroviamo nelle carni, nei salumi, nei prosciutti e nel lardo. Anche perchè non usiamo alcun tipo di antibiotico”.
Nel laboratorio che si trova nel centro di Castelnuovo don Bosco scopriamo com’è la carne del Suino Nero delle Alpi. Rispetto al maiale convenzionale, c’è molta più marezzatura interna, cioè il grasso buono, che va a insediarsi proprio dentro la carne: così le braciole sono molto più morbide e hanno più sapore; il lardo è molto più alto rispetto a quello convenzionale con il 70 per cento di acidi buoni, quelli insaturi. E conseguentemente anche i prosciutti hanno parecchi filoni di grasso con un gusto e un sapore davvero unici.
Allevaperto vorrebbe allargare la propria attività anche in collaborazione con altre aziende del Chierese e offrire al consumatore, oltre ai suini, anche bovini, ovini e avicoli, sempre allevati all’ aria aperto.
Inoltre i fratelli Crepaldi raccolgono zebre, cammelli, giraffe, dromedari, alpaca, emù, struzzi, pappagalli e tanti altri esemplari. Il sogno infatti è quello di diventare una fattoria didattica dove i bambini possano incontrare gli animali che vivono liberi, all’ aperto. Proprio nella filosofia di Allevaperto.
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