Crisi energetica. Bollette impazzite. Gas alle stelle.E subito si leva alto il grido d’allarme da palestre e piscine, società sportive, gestori di impianti sciistici. Con questi costi saremo costretti a chiudere o ad aumentare iscrizioni e abbonamenti a cifre vertiginose e insostenibili per tante famiglie. Tutto giusto, ci sta.
Scaldare l’ acqua per una piscina o per le docce di un intero impianto costerà molto più degli anni passati. Le società dilettantistiche, così come tutte le scuole di pratica sportiva, non riusciranno a tenere in piedi bilanci che già traballano. Ricordo a tutti, però, che arriviamo da anni in cui – causa pandemia – era diventato quasi impossibile giocare a tennis, farsi una bella nuotata in vasca, sfidarsi in una partita di pallacanestro o di calcetto.
E i bambini? Addio corsi di judo, danza, ecc. Ho sentito il gestore di un impianto sciistico ipotizzare l’apertura delle piste soltanto nei week end, per stare dentro ai costi dell’energia e per la neve programmata.
Insomma, se non si corre presto ai ripari c’è il pericolo di ulteriori riduzioni della possibilità di praticare sport. Non quello sport inteso nello stare sul divano a guardare le partite alla tivù, ma proprio quel muoversi, correre, sudare, sforzare i nostri muscoli che tanto ci piace e ci fa bene.
Ne va della salute di un popolo, fisica e mentale. Più incrementiamo l’attività fisica e meno spendiamo per la sanità pubblica e privata.
È statisticamente provato. L’Italia è un paese di sedentari e i nostri ragazzi tendono all’obesità. Secondo i dati del Coni, invece, grazie allo sport 25mila patologie si potrebbero evitare ogni anno, per un risparmio nelle cure di 1,5 miliardi di euro.
E scusate se è poco. Ci farete sfogare, divertire e risparmieremo tutti.