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PASTIGLIE LEONE, DELIZIE PER IL PALATO

by • 25 febbraio 2023 • CINQUE SENSIComments (0)1332

Piccole, colorate, dal gusto intenso, chiuse nella loro scatoletta metallica o in quella di cartone dall’aria un po’ retrò: sono le Pastiglie Leone. Unica e inimitabile golosità targata Piemonte e  diffusa nel mondo. Era il 1857 quando Luigi Leone aprì una confetteria ad Alba e inizio a commercializzare le sue pastiglie dal gusto intenso e fragrante, come i sapori delle Langhe. Camillo Benso conte di Cavour si dimostrò subito un estimatore delle pastiglie di monsù Leone:  le sue preferite erano quelle gommose al delicato sapore di violetta, ribattezzate immediatamente senateurs proprio in suo onore.

A Torino in quegli anni si respirava aria di rinnovamento, il Paese aveva voglia di indipendenza e presto la città sarebbe diventata capitale d’Italia, una cosa è certa, aveva già conquistato il titolo di capitale della dolcezza. I caffè raffinati, le eleganti pasticcerie, le confetterie artigiane erano un fiore all’occhiello e un vero vanto! Nel mosaico colorato dei locali esistenti si inseriva a pieno titolo la confetteria di Luigi Leone, arrivata nel capoluogo attorno al 1870, luccicante di caramelle e sede adeguata per le famose Pastiglie, un’incredibile tavolozza di sapori uno più seducente dell’altro. La città si era coperta in breve tempo di una dolcissima pioggia zuccherina e profumata all’arancia, alla cannella, alla menta, all’arquebuse, alla menta.

All’inizio del ‘900 Marca Leone non è più il nome di un prodotto ma diventa un vero e proprio modo di dire. Il significato è chiaro e indica una cosa fatta a regola d’arte che possiede il valore assoluto dell’eccellenza e vanta una qualità indiscutibile.

Nel 1939 l’azienda viene rilevata da un’imprenditrice: Giselda Balla Monero soprannominata la Leonessa, per il suo temperamento indomabile. La sede era già stata trasferita da corso Vittorio Emanuele a corso Regina Margherita, dove rimarrà per decenni. La nuova proprietaria investe in pubblicità, mette in commercio nuove e accattivanti confezioni e dà una nuova immagine che diffonde e conferma uno stile unico e inimitabile: ma conserva il gusto della tradizione e si proietta verso il futuro.

Tante sono le bontà prodotte dalla Pastiglie Leone: le goccioline di rosolio, i senateur, i fondant e tantissime antiche specialità. Un patrimonio di segreti artigianali e ricette che continuano a essere tramandati selezionando i migliori ingredienti e rispettando i tempi di lavorazione che, in alcuni casi, sono ancora quelli artigianali di inizio ‘900.

Gli ingredienti selezionati per produrre le Pastiglie Leone rappresentano l’eccellenza del territorio in ogni parte del mondo e nel Piemonte stesso: nei Giandujotti Leone la nocciola Piemonte IGP, la tonda e gentile, si sposa con il miglior cacao venezuelano, ma non è l’unico ingrediente prodotto dalla nostra regione, come non pensare all’olio essenziale estratto dalla menta di Pancalieri? E’ utilizzato per preparare caramelle dure, tavolette, pastiglie e moltissimi prodotti della Leone. Dall’assolato Sud Italia arriva invece la preziosa liquirizia calabrese, che unisce la dolcezza con l’intensità, serve per le caramelle gommose e per golosissimi sukaj. Sempre dal Sud arrivano anche gli aromi degli agrumi.

Ma la ricerca dell’elevata qualità ha portato la Leone a esplorare altre zone del mondo: la gomma arabica arriva dal Sudan. Dall’Equador, da Trinidad e dal Venezuela arriva il cacao, dal Madagascar e dal Messico le più pregiate qualità di vaniglia in bacche che richiedono una lunga e costosa lavorazione, ma garantiscono un aroma superiore rispetto ai preparati sintetici.

Dal giorno in cui Luigi Leone ha aperto la sua confetteria ad Alba sono passati più di 150 anni e la sua azienda continua a deliziare il palato di milioni di persone in parecchi paesi. La scelta di mantenere un alto livello qualitativo, una solida tradizione, attenta però all’innovazione, fanno di quest’industria un vanto della nostra regione.

Patrizia Durante

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