Alcuni nostri europarlamentare (non faccio nomi per pietà di causa) mi hanno confessato, in passato, di quanto si sentissero inadeguati quando si recavano a Bruxelles o a Strasburgo, di fronte ai colleghi di Germania, Olanda, Danimarca e altri paesi soprattutto del Nord Europa. “Quelli hanno una padronanza di inglese, francese e tedesco mentre io mi devo sempre appoggiare a traduttori e segreterie varie” mi confidava un nostro parlamentare europeo.
“Sono preparatissimi: arrivano con cartelle piene di dati e sanno tutto sulle quote latte, sui fondi comunitari, su quelli già spesi, quelli da spendere e quelli avanzati…” ammetteva un altro.
Noi invece eleggiamo europarlamentari che brillano per le loro assenze. Non voglio generalizzare. Ma alcuni volti noti della politica italiana, li vedi a Strasburgo o a Bruxelles in occasione di riunioni plenarie o di appuntamenti di grande richiamo mediatico. Nelle varie commissioni dove si lavora veramente, si prendono le decisioni, si portano a casa fior di finanziamenti o leggi ad hoc? Zero presenze.
Sono considerazioni che mi sono tornate in mente in questi giorni, in cui è di nuovo in prima pagina la questione-agricoltura, con i trattori scesi in piazza su e giù per l’Italia, ma anche in altri paesi europei.
Milioni di contadini manifestano contro alcune decisioni comunitarie che – pure a un incompetente come me – paiono davvero assurde: abolizione dei dazi doganali, obbligo di mantenere incolto il 4 per cento dei terreni coltivabili per salvare l’ambiente, ecc…
Non entro nel merito di tali questioni, ma mi chiedo: chi le ha varate? Chi ha predisposto questi regolamenti? Gli europarlamentari, cioè coloro che ogni paese ha eletto e mandato a Strasburgo.
Ricordiamocene tra meno di 4 mesi, quando saremo chiamati a eleggere i nostri rappresentanti nelle sedi comunitarie.
In mezzo alla pletora di candidati scegliamo persone preparate, competenti, capaci, oneste. E non nomi di facciata o pifferai magici, a qualsiasi parte politica appartengano.
Altrimenti sarà troppo tardi e non servirà a nulla piangere sul latte versato o bloccare le strade con i nostri trattori.
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