Da 3.000 euro addirittura a oltre 16.000 euro in meno, è la differenza degli stipendi delle donne rispetto a quelli degli uomini, in Italia.
Ecco dove sta il vero “gender gap”, cioè la disparità di trattamento economico che è poi la base della mancata parità fra i sessi. I dati arrivano dall’ Inps e quindi sono più che attendibili. La statistica finale è profondamente influenzata dalla difficoltà per le donne di arrivare a posizioni di vertice.
Ai posti di dirigente troviamo, infatti, solo il 21% di donne, confermando quindi – non solo una maggiore difficoltà di ingresso delle donne nel mondo del lavoro – ma anche la persistenza del soffitto di cristallo, cioè del fatto che ai piani alti siedono prevalentemente solo uomini. All’interno dei Consigli di Amministrazione la presenza di donne è cresciuta arrivando al 43%, ma meno del 5% di queste ricopre ruoli esecutivi e solo il 2% la carica di amministratrice delegata.
I dati europei del 2023, inoltre, mostrano che in Italia c’è un tasso di occupazione delle donne tra i 15 e i 64 anni pari al 51,1%, sotto la media europea che si attesta al 64.9%. Il tasso di inattività femminile per l’Italia è addirittura al 43,6%.
Insomma, la vera parità – al di là delle inutili quote rosa – arriverà con un’ equa retribuzione fra uomo e donna e con la possibilità di accedere davvero al mondo del lavoro (a qualsiasi livello), a prescindere dal sesso.
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