Regenerative Agriculture. A farmer planting seeds in a fertile field using a no-till drill, captured in documentary and candid style, with natural, warm sunlight illuminating the scene. Generative AI

CAPORALATO, SIAMO TUTTI COLPEVOLI

by • 11 luglio 2024 • COSE NOSTREComments (0)219

Come sempre accade, in Italia, di fronte a un clamoroso fatto di cronaca, si scatena l’emozione collettiva.

Se ne parla per alcuni giorni e poi l’argomento torna nel dimenticatoio. E’ successo anche dopo la morte del bracciante indiano Satnam Singh, abbandonato di fronte alla sua catapecchia (chiamata casa), in provincia di Latina, dopo che un macchinario agricolo gli aveva strappato un braccio.

E’ morto dissanguato. Era pagato 4-5 euro l’ora per raccogliere pomodori, in giornate di 12-14 ore lavorative.

Tutti pronti a scoprire l’emergenza del caporalato, tutti a discuterne, tutti a indicare soluzioni.

Chi non si sente responsabile di questa forma moderna di schiavitù alzi la mano!

I governi e i Parlamenti: tutti, nessuno escluso. Tante parole ma nessun provvedimento concreto per intervenire sui diritti e sul costo del lavoro.

Gli imprenditori e le organizzazioni di categoria: il rispetto della dignità umana passa attraverso i fatti e non bastano le parole.

I sindacati pronti a scendere in piazza il Primo Maggio e poi a chiudere gli occhi per altri 364 giorni.

Le forze dell’ordine e i vari ispettorati del lavoro: tutti sappiamo che esiste il caporalato (non solo in agricoltura) ma le inchieste e le sanzioni colpiscono solo una minima parte dei casi.

Ma la colpa è anche noi cittadini, noi consumatori.

Quando acquistiamo – nei vari supermercati – un barattolo di salsa di pomodoro a un prezzo attorno a 0.80 – 1,50 euro, ci rendiamo conto che è il punto finale dello sfruttamento e della schiavitù? Includendo confezione, vetro, etichetta, trasporto, tasse, costi della lavorazione e trasformazione, guadagni dei vari intermediari di commercio… quanti euro al chilo arriveranno all’agricoltore che ha seminato, coltivato e raccolto quei pomodori? E ai suoi lavoranti?

L’altro giorno mi sono avvicinato ad un banco di passate di pomodoro. Tra i barattoli mi è sembrato di vedere il braccio di Satnam Singh. Auguro a tutti la stessa vergogna.

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