Il mio capo ultras e’ il trombettiere del Filadelfia

by • 4 maggio 2014 • ArchivioComments (5)4612

Adesso tutti parlano di “Genny canaglia”, l’ ultras del Napoli che ha ordinato di giocare la finale di Coppa Italia. All’ Olimpico di Roma c’ erano i massimi vertici dell’ Italia, ma a comandare era lui. Ancora per qualche giorno avremo dichiarazioni roboanti, poi tutto tornerà come prima. Fino al prossimo ultras…

Ma il mio capo ultras è Oreste Bolmida, un ferroviere che con la sua tromba faceva partire i treni e suonava la carica del Grande Torino al Filadelfia. Sono passati 65 anni e lo ricordiamo ancora oggi: come ogni anno saliamo a Superga per commemorare gli Invincibili.

Solo i caporioni del calcio non lo hanno capito e perciò non hanno spostato la partita con il Chievo. Non hanno capito che il Grande Torino è il simbolo – come Coppi e Bartali – del risorgere dell’ Italia dopo la guerra. Ma noi andiamo avanti per la nostra strada. Continuiamo a celebrare il ricordo. Il mattino del 4 maggio al Cimitero Monumentale in centinaia abbia reso omaggio alle tombe degli Invincibili. In migliaia alla sera  a Superga: commossi al ricordo di capitan Mazzola e compagni. Lo ha capito anche il presidente Cairo che ha allestito un ritorno rapido per portare la squadra al Cippo, proprio nel giorno dell’ anniversario e non prima, dopo o chissà quando.

Gli unici a non capirlo sono i fanfaroni che governano il calcio. E loro sono ostaggio di “Genny canaglia”. Noi no.

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5 Responses to Il mio capo ultras e’ il trombettiere del Filadelfia

  1. Roberto scrive:

    Gli ultras di oggi spesso non sono tifosi come quelli che da 65anni vanno fino a Superga a piedi a ricordare la scomparsa di una delle squadre più forti di tutti i tempi. Non ricordo di aver mai visto autorità sportive o politiche romane.
    Detto questo, il calcio senza tifosi non è calcio, come non lo sarebbe qualsiasi altra attività sportiva, perché la presenza di qualcun altro che dedica il suo tempo e le sue energie, spesso a pagamento, per sostenere un atleta è uno stimolo che spesso serve più dell’adrenalina.
    In ogni caso, la sceneggiata di Roma è stata tutta una montatura per colpire gli ultras e interferire nel calcio. È il seguito dei fatti di Nocera…

  2. Enza Furnari scrive:

    Hai ragione Gandolfo…ma quello del Grande Torino era calcio quello di oggi è soltanto il luogo dove si trovano teppisti a sfogare la loro rabbia con giocatori che più che alla passione e all’orgoglio di vincere pensano ai loro contratti d’oro…evviva il Grande Toro che ancor oggi ci fa sognare e battere il cuore al loro ricordo!!!

  3. christian torino scrive:

    DA tifoso juventino doc orgoglioso del grande torino,simbolo importante della nostra citta’!!!e spesso vado a rendere omaggio su a superga.questione di sportivita’

    • piero scrive:

      questione di intelligenza e di sani valori . la tragedia dell’Heysel agli ultras violenti di oggi non ha insegnato nulla,nemmeno il rispetto per chi ha perso la vita in un’occasione che avrebbe dovuta essere di svago e di vero tifo

  4. Rosanna scrive:

    da brividi…intervento come hai detto te intelligente…intelligente e di cuore…di vero cuore granata…vero cuore granata intelligente!
    Ed al cimitero monumentale ho apprezzato tantissimo, oltre alla presenza tua e di Patrizia, l’intervento da te fatto…. esprimi quello che sento, non posso che essertene grata

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