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Michele Ferrero, l’uomo Nutella

by • 16 febbraio 2015 • COSE NOSTREComments (3)4361

Un piemontese doc….un imprenditore che chiamava i suoi dipendenti “collaboratori “….un uomo di fede….colui che ci ha regalato la Nutella…un tifoso del Toro…l’uomo che ha dato dignità alle Langhe della Malora…un lavoratore che provava i suoi prodotti e voleva che piacessero ai bimbi e alle mamme…un industriale che guardava al prodotto e non alla finanza…uno degli uomini più  ricchi al mondo ma che ha sofferto tanto la povertà. .un padre che ha perso un figlio…un nome famoso ma sempre lontano dai riflettori. ..

sono solo alcune delle frasi lette in queste ore. Il resto aggiungetelo voi.

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3 Responses to Michele Ferrero, l’uomo Nutella

  1. Giorgia scrive:

    Solo una frase, rubata agli spot… “Che mondo sarebbe senza Nutella”.

    Ho letto che fino agli ultimi giorni, girava per i supermercati del “Principato Palafitta” per vedere se la disposizione dei prodotti fosse conforme agli standard aziendali… Ora, ditemi voi, quale altro imprenditore, a 89 anni suonati, gira per i punti vendita a far da controllore. Come diceva la mia bisnonna, “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo” :) Buon viaggio papà della Nutella, porta un po’ di dolcezza ovunque tu sia…

  2. Pat scrive:

    Come tutti i bambini torinesi e di gran parte d’Italia, prima di sapere chi fosse Michele Ferrero, ho conosciuto la dolcezza dei suoi prodotti. Il primo incontro magico è avvenuto con la Nutella: una piccola scatoletta bianca, dotata di apposita palettina, data come merenda all’oratorio e nelle vacanze estive della casa alpina parrocchiale. Impazzivo e impazzisco ancora per quella crema pastosa che tanto gratifica il palato e lo spirito. Ci rinuncio solo perché ha un effetto collaterale: restringe i jeans! Subito dopo è arrivata la Kinder Bioss, mi piaceva quella con la marmellata alle albicocche, e le rare volte che riuscivo ad averla a merenda, al posto del solito panino, era una festa.
    Mio nonno poi, impazziva per la Fiesta, e tutte le volte che passavo qualche ora con lui, finivamo sempre per dividerne una tra noi, da buoni amici.
    Poi i Tic Tac, che scoperta quei piccoli e golosi confetti da tenere nella tasca del giubbotto, penso di averli assaggiati in tutte le varianti perfino l’improponibile cannella! Erano utilissime quando tornavo a casa dopo un pomeriggio con gli amici e qualche sigaretta fumata, bastava riempirsi la bocca di Tic Tac e così sfuggire alla prova bacio della mamma, o forse mamma faceva finta di sentire solo il profumo della menta.
    Penso però di conservare un ricordo unico, quasi inconfessabile, In un pomeriggio di studio ho mangiato un’interra scatola di Mon cheri e, vista la giovane età e l’inesistente abitudine all’alcol, mi sono ubriacata! Vi pare possibile? Solo a pensarci, rido ancora oggi.
    L’ultimo e più apprezzato regalo che mi ha fatto il Signor Ferrero sono i Rocher… impazzisco per quei cioccolatini e amo mangiarli “a strati”, è un’operazione che richiede tempo e pazienza, ma quella nocciola finale, immersa nella Nutella è un gusto impareggiabile.
    Grazie quindi a Michele Ferrero per tutto quello che ha fatto per le Langhe, per il Piemonte e per L’italia intera, ma grazie anche per aver accompagnato la nostra vita e regalato a ciascuno di noi dolci e indimenticabili ricordi.

  3. Andrea Parodi scrive:

    1960-2003-2015
    Beppe, sono gli anni della morte dei tre più grandi industriali piemontesi del ‘900: Adriano Olivetti, Gianni Agnelli, Michele Ferrero.
    Ma la curiosità più importante è che, casualmente, sono tutti e tre morti in tempo di Carnevale.
    Olivetti e Ferrero, poi, proprio nei giorni clou del sabato Grasso. Lo sanno bene a Ivrea che proprio nel 1960, caso unico nella storia, dovettero sospendere la Battaglia delle Arance.

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