Sul tema della liberalizzazione dell’ apertura alla domenica e nei festivi dei negozi e dei centri commerciali già in passato ho scritto dicendo che non andrò mai a fare la spesa né di notte né quando è festa. Questa è una mia scelta, discutibile fin che si vuole, e che non intendo imporre a nessuno.
Adesso, invece, è il governo che vuole intervenire per regolamentare il settore. E allora forse occorre precisare un paio di cosette.
Si dice che imponendo la chiusura domenicale e nei festivi dei grandi centri commerciali si opera per aiutare e sostenere i piccoli negozi. FALSO. La piccola distribuzione la si aiuta riducendo la tassazione e abbattendo la burocrazia. Sono le imposte e le regole assurde (riguardo gestione magazzini, conservazione, tenuta di contabilità) che uccidono il piccolo commercio. Non credo che, con gli ipermercati chiusi la domenica, la gente andrà al sabato a far la spesa nel negozietto sotto casa. Non cambierà nulla e le serrande dei piccoli commercianti si abbasseranno per non riaprirsi più.
Si dice, inoltre, che la chiusura domenicale serve a tutelare i dipendenti. FALSO. Per difendere e salvaguardare i diritti dei lavoratori basta imporre alla grande distribuzione di retribuire adeguatamente festivi e superfestivi. Soltanto così si farebbe giustizia per quelle tante persone costrette a turni disagiati, senza alcun compenso maggiorato.
Ripeto: io non farei mai la spesa di notte, di domenica o nei festivi. Sono convinto che nelle località turistiche, peraltro, tutti i negozi debbono restare aperti proprio quando è maggiore l’afflusso di turisti e visitatori.
TUTTO IL RESTO È DEMAGOGIA.
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