L’ altra sera ero a cena con un amico e parlavamo dell’ intolleranza al lattosio. Il mio cellulare era nella tasca della giacca, accanto a me. Il mattino dopo, quando ho acceso il telefonino, ecco un messaggio: “sei intollerante al lattosio?”. Incredulo, ho cercato di capire e mi hanno spiegato che esistono applicazioni che percepiscono i dialoghi fra persone, anche se l’ apparecchio non è attivo. Spesso, autorizzando l’ uso di un’ applicazione, si consente – inconsapevolmente – anche questo cosiddetto “cavallo di troia”. L’ inchiesta sui magistrati del CSM me ne ha dato conferma.
Scorrendo le cronache scopriamo che – per scoprire, colpire e prevenire episodi di maltrattamenti – c’ è la volontà di installare telecamere nascoste in tutti gli asili, negli ospedali, negli istituti di assistenza per anziani. C’ è, inoltre, un progetto di legge che, per sconfiggere i cosiddetti “furbetti del cartellino”, prevede la sostituzione dei badge per i controlli orari con apparecchi che rilevano le impronte digitali.
Per non parlare dei motori di ricerca: sarà capitato a tutti di cercare, ad esempio, un hotel a Berlino e di essere bombardati, nei giorni successivi, di inserzioni pubblicitarie di alberghi, ristoranti, musei, ecc. che si trovano nella capitale tedesca. Tranquilli, nelle nostre città non riusciamo a fare dieci metri senza essere sorvegliati da telecamere. I dialoghi e i messaggi di Whatsapp, Twitter, Facebook, Instagram siamo sicuri che siano davvero gratuiti? In questo mondo non c’ è nessuno che regala nulla e quindi tutti le nostre conversazioni da qualche parte finiscono e chissà l’ uso che ne faranno.
Insomma, viviamo nella società del Grande Fratello. Alla faccia della privacy. Tutto questo ci piace? A me, personalmente, mette un po’ di inquietudine. Mia mamma mi diceva spesso “male non fare, paura non avere…”. Questo è vero. Ma ho la sensazione che la nostra vita sia diventata tutta di dominio pubblico, nulla più sia privato. Tornare indietro non si può, bisogna conviverci. Occorre però saperlo ed esserne consapevoli.
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VACANZE SÌ, MA PROPRIO PER TUTTI