Dicesi “truffa quel reato ai danni del patrimonio di un’altra persona eseguito mediante falsificazioni o raggiri allo scopo di trarne profitto”.
In base a questa spiegazione giuridica mi permetto di chiamare truffa quella che, da anni, stanno perpetrando le varie società che gestiscono le autostrade italiane ai danni degli automobilisti. E mi spiego ancora meglio: se tu mi fai pagare un pedaggio promettendomi un servizio che poi non mi garantisci mi stai dicendo il falso e mi stai raggirando. E’ chiaro?
Sono disposto a pagare un prezzo (piuttosto elevato: fra i più cari d’ Europa e, in Piemonte, fra i più cari d’ Italia) in cambio della promessa che impiegherò meno tempo per percorrere quel tratto di strada. Ma se poi – causa cantieri, interruzioni, cambi di corsia, ecc – quel risparmio di tempo non c’è (o peggio mi trovo ad affrontare ritardi e blocchi nel traffico) non dovrei pagare nulla. E invece….
Negli ultimi week end chi dal Piemonte ha voluto recarsi in Liguria si è trovato ad affrontare vere e proprie peregrinazioni. Chilometri e chilometri di code – 5 ore per arrivare da Marene a Savona – intasamenti, blocchi, ecc. Ma puntuale all’uscita, al casello, la sbarra per il pagamento del pedaggio è ben attiva.
Sono intervenuti i presidenti di Piemonte e Liguria che hanno incontrato i vertici delle società Autostrade, promesse e assicurazioni per il futuro, ma…
Le varie associazioni consumatori o automobilisti dove sono? Se si tratta di truffa, voglio essere rimborsato, ma so di non potermi permettere una causa legale personale. Quando ci sarà una class action collettiva? Se chi gestisce le autostrade italiane non è in grado di garantirmi un servizio, almeno non me lo faccia pagare, poi deciderò io stesso se andare lo stesso sulle loro vie di comunicazione, se prendere le statali, le provinciali, le mulattiere o stare a casa.
Ma almeno non avrò, oltre al danno, anche la beffa del pedaggio.
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