Esattamente tra un anno saremo chiamati alle urne per eleggere i rappresentanti del Nord-Ovest al Parlamento Europeo, per scegliere il Presidente della Regione Piemonte e il Consiglio Regionale, in centinaia di comuni si voterà anche per il Sindaco e il Consiglio Comunale. Si conosce già la data esatta dell’Election Day, il 9 giugno 2024. Così ha deciso l’Europa.
Per il Parlamento Europeo tutto si stabilirà nelle varie segreterie dei partiti: candidature, capilista, collegi sono in mano ai notabili che tirano le fila della politica, e a noi cittadini non resterà che mettere una croce sul simbolo preferito. Nei Comuni, grandi e piccoli che saranno chiamati al voto, è un rincorrersi di voci su conferme, abbandoni, corteggiamenti e i prossimi mesi saranno decisivi per capire chi parteciperà alla corsa per la poltrona di primo cittadino.
Per la Regione i giochi sembrano ormai definiti da una parte, e in alto mare dall’altra. Il presidente uscente, Alberto Cirio, ha già fatto capire – più o meno velatamente – la sua disponibilità a guidare il Piemonte per altri 5 anni. Se gli elettori lo vorranno. E la scomparsa di Silvio Berlusconi non dovrebbe cambiare le carte in tavola, nel centrodestra. Il centrosinistra invece è un cantiere aperto, anzi apertissimo. Nessun candidatura ufficiale, soltanto voci, smentite, nomi di papabili pronunciati al mattino, che muoiono entro sera. Dopo Chiamparino la sinistra pare incapace di aggregarsi attorno a un nome, a un gruppo dirigente, che possa concorrere con buone prospettive alla guida del Grattacielo Piemonte.
Ma attenzione, si potrebbe andar al voto anche per l’elezione delle Province. Le ricordate? C’erano, poi furono abolite da Renzi, poi arrivarono le città metropolitane e adesso in Parlamento si sta discutendo una legge che prevede il ritorno con il suffragio diretto dei cittadini.
La nostra politica non finirà mai di stupirci.
La pizza? Quella al tegamino è solo torinese Next Post:
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