“Dopo 28 anni di attività, l’ altra sera, per la prima volta da quando sono qui in via Madama Cristina a Torino, ho registrato zero ingressi”. Nicola, titolare del ristorante Pasta e Basta, è sconsolato. E’ rimasto chiuso per tutto il periodo di lockdown, poi si è attrezzato, ha seguito tutte le direttive, adesso il locale è perfettamente a norma. La cucina è sempre allo stesso livello, superottimale, soltanto la clientela latita.
Cambiamo città e tipologia di locale. Franco gestisce l’ osteria Croce d’ Oro a Sant’ Anna Avagnina, alle porte di Mondovì: “Le cose non vanno bene. La gente non viene. Forse ha paura. Forse è senza soldi”. Eppure i suoi prezzi sono popolari, da trattoria, e la cucina rinomata, non soltanto nella zona.
Sono soltanto due esempi. Le lamentele di Nicola e Franco potremmo raccoglierle un po’ ovunque. Se il problema è grande per i proprietari dei ristoranti, diventa enorme per i loro dipendenti.
“Nei mesi di chiusura ho calcolato di aver perso all’ incirca 70mila euro di incassi, ma quel che più mi ha fatto star male è il fatto che i miei camerieri e i miei cuochi non hanno visto un euro, speriamo nella cassa integrazione…” Racconta Nicola: a 80 chilometri di distanza, Franco conferma la medesima situazione.
E’ per questo che dobbiamo tornare a mangiare fuori casa. Durante il lockdown abbiamo spadellato e cucinato nei nostri fornelli. Adesso è il momento di ricominciare a uscire per cena, almeno una volta alla settimana. Una pizza, un piatto di tajarin, una grigliata di carne o di pesce, accompagnati da un buon bicchiere di vino sono lì che ci aspettano, preparati e serviti con la cura e la maestria della nostra straordinaria cucina piemontese.
Soltanto con il ritorno alla normalità, con i locali nuovamente frequentati, l’ economia tornerà a girare. Non voglio fare gli interessi dei ristoratori. L’ invito è motivato dal fatto che è la loro attività a muovere l’ economia, i mercati, i trasporti, il lavoro di milioni di persone. Mangiando ogni tanto fuori casa daremo un contributo indispensabile alla ripresa, che è dura per tutti. Ma di fronte a un piatto succulento, la risalita ci sembrerà un po’ meno faticosa.
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