L’ anagrafe di Lanzo ha ricevuto negli ultimi mesi oltre 100 richieste per nuovi residenti. 90 a Oulx, in Valle di Susa. Il piccolo paesino di Ceres una quindicina. A Mattie i residenti sono passati da 670 a 1300. Potremmo continuare e citare tanti altri piccoli comuni del Cuneese e dell’ Astigiano.
E’ l’ effetto del lockdown causa Covid. Coppie di anziani o intere famiglie che – dopo mesi reclusi nei propri piccoli appartamenti in città – hanno deciso di stabilirsi in campagna o in montagna, Qualcuno sfruttando la seconda casa, altri invece con un vero e proprio investimento e relativo trasloco. E’ evidente che in molti casi si tratta di un escamotage. Chi ha la residenza fuori città, se dovesse tornare la quarantena potrà andare a viverla in realtà più a misura d’ uomo e meno costrittiva che non un minialloggio, magari pure senza balcone.
Intanto però tante valli di montagna o di collina vengono ripopolate e alcuni Sindaci evidenziano anche come vi sia un interesse per aprire esercizi commerciali nelle zone montane. Un trend nuovo, molto positivo: a fronte di 100 Comuni montani piemontesi che non hanno più nemmeno un negozio o un bar. E’ ovvio che ciò comporta anche un lavoro e un impegno da parte di tutti per dotare queste comunità di rete telefonica, internet, strade, trasporti.
Con lo smart working e il lavoro agile non è più necessario abitare in città o vicino all’ ufficio. E, quindi, volete mettere affacciarsi al balcone ed essere immersi nel verde e nella natura? Non fare code per un certificato o per fare la spesa? Se però poi devo dannarmi perché la linea telefonica fa i capricci o la rete non sempre è accessibile, se mancano i collegamenti e le strade non vengono curate.. tutto diventa più difficile. L’ emergenza Covid ci sta obbligando anche a cambiamenti sociali di ampia rilevanza. Siamo preparati?
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