La Corte di Cassazione ha posto la parola fine all’incredibile e assurda vicenda giudiziaria legata alla morte di Matilda. Quando l’11 luglio del 2005 arrivai a Roasio, paesino in provincia di Vercelli, sembrava tutto chiaro: era morta una bimba di neppure due anni, Matilda.
Uccisa da un calcio alla schiena che le aveva spappolato gli organi interni.
In quella casa, con la piccola, c’erano la mamma Elena Romani e il suo compagno Antonio Cangialosi. Nessun altro. Quindi si sarebbe trattato solo di stabilire chi dei due aveva sferrato il calcio mortale.
Dopo 16 anni, invece, la giustizia italiana ha sancito che nessuno è condannabile per quell’ omicidio. Elena Romani accusa Antonio Cangialosi. Antonio Cangialosi dà la colpa a Elena Romani. Non essendo possibile stabilire chi dice la verità, 16 anni di indagini, processi, ricorsi, riapertura indagini, archiviazioni e assoluzioni, sono stati inutili. Anzi, sono serviti a sancire che non ci sono colpevoli.
O Matilda si è suicidata con un calcio alla schiena, oppure in quella casa è sceso un alieno che ha commesso l’infanticidio!
Oggi Matilda avrebbe 18 anni, e invece la sua vita è stata stroncata a 22 mesi da Elena o Antonio, questo è certo, ma nessuno pagherà.
Torna il vecchio dilemma: meglio un innocente in carcere o un colpevole in libertà? Io non so rispondere a questa domanda da far tremare i polsi. Certo è che se ripenso a quell’afoso pomeriggio del luglio di 16 anni fa, allo strazio di quel corpicino inerme, mi prende uno scoramento, una sfiducia, un nodo alla gola e un groppo allo stomaco che …avrei voglia di spaccare tutto.
CHE BRUTTO MORIRE DA SOLI Next Post:
LO SCAFFALE: CANTINE D’ ITALIA 2021