In base ai dati Istat nel 2020 il Piemonte ha perso più di 32mila abitanti. Il numero dei morti è stato più che doppio rispetto a quello dei nuovi nati. Siamo una regione di vecchi, dove si nasce sempre meno, se è vero che per ogni sei persone con oltre 65 anni si conta appena un ragazzo con età inferiore ai 15 (la media nazionale è di uno ogni cinque)
Il Piemonte è la regione con il più alto calo demografico del Nord Italia. Alla base ci sono, evidentemente delle ragioni economiche, ma anche culturali. I giovani ritardano la stagione degli impegni familiari per le difficoltà della vita, ma anche per gli effetti di una cultura che tende a mettere i valori della famiglia agli ultimi posti.
Se nel 2019 la popolazione piemontese contava 4.311.217 individui, nel 2020 siamo scesi a 4.274.945 (-0,84%). Nel 2020 in Piemonte sono nati solo 27mila bambini, mai così pochi. Per cogliere le dimensioni dell’emergenza basta pensare che negli anni Cinquanta nascevano in Piemonte 40 mila bambini all’anno e negli anni Sessanta, quelli del baby boom, si giunse a 65mila nascite.
Ora siamo a 27mila. Per qualche anno ci hanno salvato gli stranieri, più prolifici di noi. Ora non è più così. Gli immigrati preferiscono vivere in altre regioni d’Italia, segnalando così per il Piemonte il declino industriale che ha chiuso aziende, cancellato posti di lavoro, rallentato il mercato occupazionale. Anche il declino economico contribuisce al calo demografico.
Ma non sono solo questioni economiche. Negli Anni Cinquanta si usciva dalle rovine della Guerra, si era sicuramente più poveri ma si facevano più figli. Perché La famiglia veniva prima dell’ individualismo. Oggi conta molto il proprio IO, la carriera, i divertimenti, la realizzazione. Poi tra qualche decennio saremmo tutti pensionati a guardare i cantieri.
Anzi no, perché nessuno ci pagherà la pensione e i cantieri saranno inutili, quindi scomparsi.
GIA’ DIMENTICATE LE VITTIME DI VIA GENOVA? Next Post:
SCAFFALE: LA FELICITA’ DEL LUPO DI COGNETTI