Una persona anziana, a me molto cara, sofferente da mesi di trombosi venosa profonda, necessitava nelle settimane scorse di un ecodoppler. La figlia ha contattato il Centro Unico Prenotazioni e si è sentita proporre un appuntamento per il mese di maggio del prossimo anno. E perdipiù a Novara: lei abita nel Torinese e quindi impossibilitata a recarsi da sola. Ma quell’esame era urgente, indispensabile per sapere come proseguire con le cure. Si è rivolta a un centro privato e l’ecodoppler glielo faranno nei prossimi giorni.
E’ solo uno dei tanti esempi che si possono fare dello stato della sanità in Piemonte. La prima visita oculistica disponibile è per l’11 luglio 2024, inutile cercare altrove. Al Mauriziano la gastroscopia il 18 giugno 2024. Oppure al San Luigi il 23 settembre del prossimo anno. Per una visita dermatologica: la prima disponibilità è alle Molinette il 23 agosto 2024, più di un anno d’attesa al Cup regionale. Prima si può andare a Rivarolo l’11 marzo del 24 o a Ceva il 5 febbraio. Dicono sia frutto della pandemia degli anni scorsi quando tutta la sanità fu paralizzata dall’emergenza Covid. Adesso si stanno cercando di recuperare i ritardi e il Piemonte è ai primi posti in Italia per il recupero delle prestazioni sanitarie nel 2022, secondo l’ultimo rapporto della Corte dei Conti. Figuriamoci cosa accade nelle altre regioni.
Eppure in Italia abbiamo una legge stringente sulle liste d’attesa. Il Servizio sanitario nazionale deve garantire una prestazione in 72 ore, se urgente; in 10 giorni se si tratta di un paziente in codice “breve”; entro 30 giorni se l’esame è differibile; entro 120 giorni se è programmato.
Dall’assessorato rispondono che è sempre stato così, anche ai tempi delle giunte regionali di sinistra. Magra consolazione. Finirà come negli Stati Uniti, dove vieni curato in base alla disponibilità delle tue carte di credito?
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