Fin dal 3 luglio, cioè da quando è entrata in vigore la misura dall’ Unione Europea relativa al tappo legato alla bottiglietta d’acqua, ho pensato che fosse una… boiata pazzesca. L’Unione Europea avrebbe avuto cose ben più importanti di cui occuparsi.
Opinione condivisa da parecchi di voi, ne sono sicuro.
Poi, nelle settimane scorse, mi sono ritrovato su spiagge lontane, dall’altra parte dell’Emisfero e mi sono imbattuto in un interminabile strato di tappi di plastica.
Giuro. Migliaia e migliaia di tappi e altri residui plastici per chilometri di splendido litorale, bianco di sabbia finissima, simile al borotalco. Nella notte c’era stata una mareggiata e l’oceano aveva scaricato tonnellate di rifiuti di plastica. Uno scenario sconfortante e deprimente: la sabbia non si vedeva quasi più, ricoperta da pezzi di plastica e perlopiù da quei maledetti tappi.
E allora – voi direte – che ho pensato a quanto bene ha fatto l’Unione Europea nell’introdurre quel provvedimento?
Anche, ma non solo.
Ho, invece, riflettuto su quanto siamo ignoranti, primitivi e incivili, noi uomini e donne del mondo così detto “evoluto”, se abbiamo bisogno di una legge europea e di un pezzettino di plastica per evitare di gettare i tappi delle bottigliette in giro e quindi, in mare. Che futuro può avere una generazione che non è in grado di capire da sola – senza costrizioni – che la salvaguardia della Terra dipende dal comportamento di ciascuno, nessuno escluso?
E che anche un piccolo gesto, come gettare la bottiglietta dell’acqua, con relativo maledetto tappo, nella differenziata, può salvare un pesciolino nel mare.
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