Il morso della vipera Basso

LO SCAFFALE: ALICE BASSO E IL MORSO DELLA VIPERA

by • 25 settembre 2020 • LUOGHI E LIBRIComments (0)2306

Come ho scritto ad Alice Basso, sono davvero contenta che sia diventata cittadina torinese e che abbia deciso di farne la città d’adozione in cui ambientare i suoi romanzi. Di fatto mi sarebbe spiaciuto leggere Il morso della vipera con lo sfondo di Milano o Roma, città che adoro, per carità, ma che, a mio parere, non rendono il clima di diffidenza, di allerta e di riserbo tipicamente sabaudi, al regime fascista, anche in un anno ancora incerto come il 1935, epoca in cui la dittatura non aveva ancora svelato il suo lato più duro e oscuro.

Infatti, proprio nel XIII anno dell’Era Fascista, Anita Bo, protagonista incontrastata di questo romanzo, ci spalanca le porte della sua vita e ci catapulta in un mondo diverso, che alcuni lettori hanno vissuto, altri ritroveranno legato ai racconti dei nonni e altri ancora non conoscono affatto per mera questione anagrafica.

Anita è il prototipo della ragazza italiana anni ‘30: una bella brunetta, con grandi occhi e le curve al punto giusto, dattilografa, figlia della media borghesia, con aspettative limitate a un buon matrimonio e una piccola truppa di pargoli da accudire, crescere ed educare. D’altronde, se sei bella, a cosa puoi aspirare? Ma nel momento in cui Corrado, di cui è innamorata, le chiede di intraprendere la strada per realizzare il suo sogno, qualcosa si inceppa e la ragazza risponde con una frase inattesa: “Ti sposo, ma prima voglio lavorare”.

E proprio quella frase, semplice ma determinante, cambierà il percorso della vita di Anita, ma anche la sua percezione della realtà, le aprirà il mondo della cultura e le farà scoprire la potenza delle parole, in un’epoca dove, le parole stesse, sono piegate alle esigenze e alla volontà del Regime.

La bella dattilografa si ritroverà coinvolta, anche emotivamente, nella soluzione di un giallo, un delitto irrisolto, l’accompagnerà nell’avventura Sebastiano Satta Ascona, traduttore e autore, nella casa editrice dove è stata fortunosamente assunta. Anita è sveglia, intelligente e ha doti intuitive che sopperiscono alla poca e superficiale cultura, ma è anche curiosa e la sua voglia di sapere, la fa progredire in un percorso iniziatico che, possiamo scommetterci, la porterà lontano.

Alice Basso, autrice Garzanti, e ideatrice di Vani Sarca, ghostwriter appassionata di gialli che collabora con la polizia, ci propone un personaggio nuovo e innovativo, accattivante e fresco: Anita Bo è il tassello mancante nell’attuale panorama letterario. L’idea di scrivere un Giallo collocato in un periodo in cui i Gialli erano proibiti o seriamente visionati dalla censura, è di fatto vincente, e la letteratura di genere è solo un mezzo per parlare di un’epoca, non così lontana, ma che tende a voler essere dimenticata. Inutile dire che il gran lavoro di ricerca e di informazione sulla vita quotidiana dei torinesi, sulle abitudini, sugli orari che dettavano i ritmi della città, traspare in tutte le pagine. Alice Basso ci accompagna per le vie del quartiere San Donato, dimostrando di conoscerlo e di conoscere quelli che erano i suoi abitanti più illustri e influenti. Uno spaccato della storia di Torino, visto attraverso gli occhi ingenui ma attenti di Anita, che incuriosisce e cattura e fa venir voglia di scoprirne immediatamente un altro pezzo.

Patrizia Durante

Titolo: Il morso della vipera

Autore: Alice Basso

Editore: Garzanti

Prezzo: 16,90 euro

 

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