Prendete gli abitanti di Alba e metteteli insieme con quelli di Asti. Incrociate le dita per immaginare che, in seguito a una catastrofe naturale, vengano spazzate via tutte le persone che vivono in quelle due città. È il numero delle vittime in un anno di pandemia Covid, in Italia. I contagiati più di 3 milioni, quasi come tutti gli abitanti del Piemonte.
Rende l’idea? Il problema è che ci siamo abituati al triste e quotidiano rituale delle cifre.
Quante volte ci è capitato sentire: “ieri solo 332 morti”. Solo? Non possiamo accettare di sottostare a questo freddo e anonimo elenco di numeri.
Occorre immedesimarsi nella realtà che, in un solo anno, hanno perso la vita tante persone quanti gli abitanti di Asti e di Alba, messi insieme. E dietro ognuno di loro c’era una vita, un nome, un insieme di affetti, legami, speranze, futuro.
Un aumento dei morti del 21 per cento a Torino nel 2020. Secondo i dati rilevati dalla società di proprietà comunale che gestisce i cimiteri, la crescita di decessi, e quindi sepolture, tra prima e dopo l’inizio della pandemia da Covid-19, è di 2678 unità: si è passati infatti da 12642 decessi nel 2019 ai 15320 registrati nel 2020.
La triste teoria dei numeri sembra lasciarci indifferenti. Sembriamo preoccupati solo dal poter uscire nei week end, andare o meno al ristorante, riaprire le scuole, ricevere i ristori, procedere con i vaccini. Tutte problematiche importanti, per carità! Ma non possiamo accantonare 100mila vittime: sono una cifra spaventosa.
Da rabbrividire. Non possiamo archiviare quelle vite, come semplice statistica.
SIAMO MESSI COME UN ANNO FA Next Post:
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